Il welfare aziendale è diventato un’importante parte delle politiche aziendali, non solo come riconoscimento per i dipendenti, ma anche come elemento distintivo tra le aziende. Le politiche di benessere sono cruciali per la retention dei talenti e la scelta di lavorare per un’azienda. Ci sono molte aree in cui le aziende stanno adottando soluzioni per soddisfare le esigenze dei lavoratori, come il lavoro flessibile e da remoto, la salute e il benessere, la formazione e lo sviluppo professionale, la diversità e l’inclusione e la sostenibilità ambientale. Il responsabile delle risorse umane ha un ruolo fondamentale nell’implementazione di queste politiche e nella loro comunicazione interna ed esterna.

Se il welfare aziendale un tempo era visto come un plus, un riconoscimento verso i lavoratori e anche una forma integrativa della retribuzione, oggi le politiche di welfare sono diventate strutturali e fanno parte delle condizioni lavorative che vengono garantite ai collaboratori e dipendenti in azienda. Ciò che prima era visto come “eventuale” e premiale, negli ultimi anni è vissuto come parte delle condizioni contrattuali e come elemento distintivo tra le aziende, evidenza anche dello stile e della cultura aziendale.

Le politiche di well being (lett. “benessere”) sono parte integrante delle politiche aziendali di recruiting e di retention verso i talenti. Sempre più spesso i lavoratori decidono per un’azienda, piuttosto che per un’altra, non più solo per la base retributiva, ma ancor di più per le politiche di welfare aziendali che garantiscono flessibilità, sicurezza, possibilità di crescita e, più in generale, benessere al lavoro e nella carriera.

Aspetti come la tutela della maternità, gender equality, smart working, tutele assicurative, congedi parentali sono parte integrante delle politiche aziendali.

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