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Redigere le buste paga è un’attività ormai indispendabile per ogni attività
che abbia almeno un dipendente, e quindi obbligatoria dalle aziende più
piccole fino alle multinazionali.
La busta paga comporta una serie di adempimenti obbligatori, come, ad
esempio:
Errori nella sua compilazione sono un segnale di scarsa professionalità e
serietà dell’azienda e possono provocare, oltre a danni finanziari come multe
e sanzioni, anche una perdita di fiducia del dipendente, che poi potrebbe
ripercuotersi sulla produttività e sull’efficienza a lavoro.
Per aiutare le imprese a capire l’importanze delle buste paga riportiamo il
dispositivo che sancisce l’obbligo di redazione delle buste paga (stabilito
dalla legge 5 gennaio 1953, n. 4, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27
gennaio, n. 21) che recita:
«È fatto obbligo ai datori di lavoro di consegnare, all'atto della
corresponsione della retribuzione, ai lavoratori dipendenti, con esclusione dei
dirigenti,
un prospetto di paga in cui devono essere indicati il nome, cognome
e qualifica professionale del lavoratore, il periodo cui la retribuzione si
riferisce, gli assegni familiari e tutti gli altri elementi che, comunque,
compongono detta retribuzione, nonché, distintamente, le singole
trattenute».
Con la busta paga il lavoratore deve essere in grado di verificare lo stipendio
percepito e la sua congruità con quanto stabilito nel contratto individuale di
lavoro oltre che con il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL),
vedere il numero di ore di ferie e permessi maturati e l’importo dei contributi
previdenziali versati dal datore di lavoro.
La colf è una presenza importante per molte famiglie ed è anche una precisa figura lavorativa regolamentata dalla legge. Far lavorare una colf o una domestica “in nero” è estremamente rischioso, non solo per il pericolo di infortuni, che creerebbero enormi problemi a entrambe le parti se la colf non fosse in regola, ma anche per il grosso rischio di subire una causa di lavoro dalla lavoratrice, anche dopo molti anni (per le cause giudiziarie, per lavoro nero, c’è tempo fino a cinque anni dalla cessazione del rapporto). Immaginate di dover pagare tutti i contributi, gli straordinari, il TFR, le indennità, le ferie, e altre spettanze previste dalla legge. Inoltre se il versamento degli stipendi mensili fosse avvenuto in contanti, il datore non avrebbe neanche la prova dei pagamenti e potrebbe essere condannato a retribuire di nuovo la lavoratrice. Dunque, è sempre meglio regolarizzare la colf o la domestica.
Per avere un’idea di quanto possa costare mettere in regola la governante bisogna innanzitutto considerare l’incremento di spesa rispetto al costo orario relativo a contributi INPS, tredicesima e TFR.
Ecco un esempio di contribuzione per 1.000 € al mese erogate alla colf/ badante:
Lordo mensile | 1.000,00 |
Contributi carico datore di lavoro (comprensivi della Cassa Colf) | 55,08 |
ferie | 24,61 |
13-esima mensilità | 83,33 |
Trattamento di fine rapporto (TFR) | 18,21 |
TOTALE COSTO MENSILE | 1.156,62 |
I sistemi per mettere in regola la colf sono diversi e rapportati in base alle necessità che si hanno di inquadrare nello specifico la collaboratrice domestica: questo è un aspetto importantissimo da approfondire. Chiamaci per avere informazioni più dettagliate!